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27 gennaio 2018

In memoria

Noi tutti con Sami Modiano durante la visita ad Aushwitz- Birkenau
Oggi, 27 gennaio, ricorre il "Giorno della memoria". Noi lo vogliamo ricordare con le parole che Sami Modiano ha rivolto ai nostri alunni durante la visita ad Aushwitz-Birkenau: "...fate in modo ragazzi che questo non succeda mai più".
Ecco la nostra testimonianzaStasera il documentario “Tutto davanti a questi occhi”, proprio sulla storia di Sami Modiano, sarà trasmesso da Sky TG24 e Sky Cinema Hits, Rai 3, Iris e LA7, in occasione del Giorno della Memoria.

26 gennaio 2018

Il Giorno della memoria: riflessioni sul film "Gli invisibili" della 2^ di Villanovaforru

 

Riflessioni della classe II di Villanovaforru sul Giorno della memoria

TRAMA DEL FILM
Per il ministro della propaganda Joseph Goebbels proclamare Berlino "liberata dagli ebrei" il 19 Giugno del 1943 era la dimostrazione di un successo. La terribile frase significava che chiunque non fosse riuscito a fuggire in tempo sarebbe stato deportato nei campi di concentramento. Ma circa 7.000 ebrei rimasero nella capitale Reich, “spariti” nei modi più avventurosi e coraggiosi. In fuga, entrarono in clandestinità assumendo false identità. E vissero nel continuo timore di essere scoperti, battendosi per difendere la loro vita giorno dopo giorno.


Gli invisibili e un film-documentario che parla di questi ebrei che raccontano la loro vita al tempo di Adolf Hitler. A raccontare quello che è successo sono 5 persone sopravvissute allo sterminio nascondendosi.
Secondo noi questo film era un po’ noioso, ma ci ha fatto “vivere” una esperienza fantastica, perché ci ha fatto riflettere sulla cattiveria di Hitler.

 
Il film che siamo andati a vedere il 25 gennaio è ambientato a Berlino nella seconda guerra mondiale, inizia nel '39 e finisce nel '45.
Raccontava la storia di cinque ebrei che venivano abbandonati e portati in delle case di insospettabili per essere protetti.
I russi erano alleati con gli ebrei e quando alcune donne gli hanno visti arrivare hanno capito che la guerra era finita. Il film che abbiamo visto era molto bello e interessante. E’ stata una bellissima esperienza.


Questo film è stato raccontato da dei sopravvissuti per tutta la guerra, che nascondendosi hanno salvato le loro vite e quelle di altre persone. La seconda guerra mondiale è iniziata nel 1939 ed è finita nel 1945. I sopravvissuti raccontano che le deportazioni sono iniziate nel 1941 e loro si sono nascosti per tutta la guerra in delle piccole case di loro amici non ebrei e: cambiando aspetto e facendo passaporti falsi sono riusciti a salvarsi. La ricorrenza alla giornata della memoria è il 27 Gennaio. Riflettendo un attimo si può, in qualche modo, capire le loro condizioni all'epoca e quindi io penso che siamo molto fortunati a possedere quello che abbiamo e pensare che milioni e milioni di ebrei sono stati uccisi nei campi di concentramento. Nel film c’è stata una frase di un sopravvissuto che mi ha colpito molto “è una vera follia” perché è impensabile che le persone siano morte per la loro religione, eppure è la dura realtà. Il film secondo me è bellissimo perché lo spiega completamente.


“Gli invisibili” è un film ambientato a Berlino, che parla della seconda guerra mondiale, iniziata nel '39 e finita nel '45, quando i tedeschi volevano eliminare tutti quelli che non erano uguali a loro. Questo film è un “documentario” dove ci sono i sopravvissuti ebrei che hanno raccontato. Molte persone cercavano di nascondersi usando passaporti falsi, altre scappavano, per esempio in Svizzera usando come mezzo la bicicletta. Alcune sono scappate dai campi di concentramento. I russi erano alleati con gli ebrei. Le donne avendo visto i russi arrivare a salvare la loro gente avevano capito che la guerra era finita. Il giorno della memoria è il 27 gennaio. Questo film ci è piaciuto tanto, perché abbiamo visto la dura realtà, quello che subivano gli ebrei e ci rendiamo conto di quanto noi siamo fortunati.


Foto tratte da: http://www.spiegel.de/fotostrecke/film-die-unsichtbaren-interview-mit-juedin-hanni-levy-fotostrecke-153939.html 

24 gennaio 2018

Problema immigrazione




Permesso di soggiorno, richiedente asilo, rifugiato, apolide. Cosa significano esattamente questi termini? E poi ancora, qual è la situazione migratoria in Sardegna? Quali sono le comunità più numerose nell'isola? Di questi e di altri argomenti ne abbiamo parlato questo pomeriggio con i ragazzi della scuola media Pietro Cavaro di Ussaramanna



Secondaria  Ussaramanna 

Carta Sebastiano



 👨🏫

22 gennaio 2018

Il retablo di Barumini


I giorni 9 e 16 gennaio 2018, noi, alunni di 1^ e 2^ media della Scuola di Barumini, abbiamo fatto un laboratorio sul Retablo.
Retablo è un termine spagnolo che indica la pala d altare: è un dipinto a olio o a tempera su una tavola di legno, che a seconda del numero delle parti che la componevano poteva essere: dittico (con due immagini), trittico (con tre immagini) o polittico (a più immagini).
Il termine retablo ha origine dalla locuzione latina re(tro) tabulum altaris.
Il retablo caratterizza la pittura sarda del 1400 e giunse in Sardegna in seguito alla dominazione aragonese; la sua realizzazione richiedeva un lavoro molto complesso che coinvolgeva in contemporanea pittori, carpentieri, stuccatori, doratori per i fondi d'oro e le stoffe preziose, intagliatori per il legno.
I Retabli fanno la loro comparsa in Europa attorno al X secolo in seguito ad un importante cambiamento nella pratica liturgica: sino al IX secolo il sacerdote che celebrava la messa stava dietro l altare, col viso rivolto all'assemblea; in seguito avenne il contrario: il sacerdote dava le spalle ai fedeli e dietro l'altare vi era uno scenario scolpito o dipinto: il retablo, appunto.
Ciascuna parte del retablo era dipinta e decorata, i soggetti raffigurati erano sacri e riguardavano la vita dei santi o episodi della vita di Gesù e di Maria.
Il retablo rappresenta un esempio di Biblia pauperum, Bibbia dei poveri, con funzione di catechesi per tutti coloro che non sapevano leggere.
Il 16 gennaio, siamo andati a visitare il retablo di Barumini e successivamente siamo andati al museo di Casa Zapata dove ci hanno mostrato e spiegato la storia della famiglia Zapata e del retablo.
Il retablo di Barumini è stato commissionato dalla famiglia Zapata: nel retablo compare l’emblema dei feudatari spagnoli (fondo rosso con tre calzari a scacchi giallo e oro). Fu realizzato da un pittore della scuola di Stampace, nell’ultimo quarto del XVI secolo. Il retablo è un polittico e ogni immagine rappresenta i momenti più importanti per  la fede cristiana. Era collocato inizialmente nella parete finale del presbiterio, poi la chiesa fu ampliata e fu spostato nella parete del coro. Rappresenta le scene dei misteri gloriosi: l'Annunciazione, la nascita di Cristo ecc.
Il 9 gennaio siamo andati al centro” G.Lilliu” per partecipare ad un Laboratorio Didattico della Fondazione Barumini che ci ha permesso di capire e di scoprire cos’è un retablo. Ci hanno diviso in vari gruppi di lavoro, con materiali semplici quali cartoncino, fogli, colori, colla etc... Alcuni si sono occupati di ricostruire la struttura del retablo e altri di colorare delle immagini; poi successivamente a scuola abbiamo finito il lavoro, incollando tutte le immagini e assemblando la struttura.
Questa esperienza è stata molto interessante, ci ha permesso di capire il grande valore di un’opera d’arte.

Nicola Dessì e Aurora Concu classi 1^ e 2^ di Barumini

Marianna Pinna

18 gennaio 2018

Piacere, Mozart!



Piacere, Mozart! Lo spettacolo musicale per le scuole del Teatro Lirico di Cagliari

Il 17 gennaio 2018 tutti i plessi delle scuole medie dell’Istituto Comprensivo di Villamar sono andate al Teatro Lirico di Cagliari per partecipare alla rappresentazione musicale “Piacere, Mozart!”.

Questa rappresentazione è stata presentata da Massimiliano Medda, che ha fatto le veci di Wolfgang Amadeus Mozart, che ha raccontato la vita di questo grande personaggio storico e ha coinvolto il pubblico rallegrando lo spettacolo.

La rappresentazione è durata circa un’ora con protagonisti il coro e l’orchestra del Teatro Lirico; ogni tanto si facevano delle pause dove Massimiliano raccontava periodi della vita di Mozart che hanno condizionato le varie composizioni, che poi l’Orchestra ha suonato.

Il direttore d’Orchestra Fabrizio Ruggero è stato molto bravo e ha diretto le seguenti composizioni:
Le nozze di Figaro (K 492) (composta in Italia)
Così fan tutte (K 588) (composta in Italia)
Eine Kleine Nachtmusik (K 525)
Sinfonia n°40 (K 550)
Concerto per Clarinetto (K 622)
Requiem (K 626)
5 Contraddanze (K 609)
Sinfonia n°41 (K551)
La giornata ci è piaciuta molto e speriamo di ripeterne altre.

(Mattia Piano e Sofia Cabiddu per la classe III di Villanovaforru)

12 gennaio 2018

Preparandoci a... Sa Die de sa Sardigna

Un paio di settimane fa in biblioteca a Barumini è venuto un relatore e
un gruppo di rap sardo. Ci hanno spiegato "Sa Die de sa Sardigna". "Sa
Die de sa Sardigna" viene festeggiata il 28 aprile: è una giornata per i
festività per i sardi, che nel 1794 costrinsero alla fuga da Cagliari i
piemontesi.
Dopo la presentazione dei fatti storici, in sardo, hanno preso la
parola i musicisti che ci hanno fatto tradurre delle frasi in sardo e
hanno cantato delle canzoni in sardo: "Su sardu alfabetu" e "Sa Murra" e
ognuna di queste canzoni aveva dei significati diversi. "Su sardu
alfabetu" rappresentava delle lettere che dicevano di voler parlare
anche loro il sardo. "Sa Murra" parla di un gioco che a volte è molto
pericoloso: si gioca con due o più persone e si tirano dei numeri con le
dita; ad alta voce si dice la somma dei due numeri e chi vince dà dei
comandi pericolosi a chi ha perso e il perdente non può rifiutare.
In questa occasione abbiamo imparato cose nuove e ci siamo anche
divertiti.

(Stefania Gioi e Sofia Fancello, classe 1a - Secondaria Barumini)

11 gennaio 2018

LABORATORI: Il pane nuragico e mani in pasta

Risultati immagini per coccoi pintau

Il giorno 12 dicembre le classi prima e seconda della Secondaria di Barumini si sono recate al Centro Servizi per eseguire dei laboratori sul pane nuragico e la panificazione tradizionale. Una volta arrivati, siamo stati divisi in due gruppi.
Il primo gruppo si è occupato di realizzare un’imitazione del pane nuragico. Innanzitutto, l’operatrice ci ha spiegato come gli antichi nuragici facevano il pane. Per ottenere la farina, si utilizzava una specie di macina costituita da due pietre (una grande e una più piccola) che, strisciando tra di loro, creano della pressione e riducono i chicchi di grano in farina. Dopo che l’operatice ha finito di spiegare, ognuno di noi ha provato a utilizzare quella “macina”, così tutti abbiamo potuto capire quanto era faticoso ottenere della farina a quei tempi. Poi abbiamo valutato il risultato del nostro sforzo: pessimo, non siamo riusciti a fare neanche un pugno di farina grezza. L’operatrice ha poi aggiunto che la farina che i nuragici usavano non era pura, e poteva provenire da vari cereali. Appena finita la spiegazione abbiamo provato a riprodurre il pane; una volta realizzato l’impasto abbiamo scelto un “marchio” (la pintadera) con cui dovevamo “marchiare” il nostro pane. Infine, il pane è stato infornato ed è giunto a scuola dopo qualche giorno.
Il secondo gruppo ha realizzato il pane artigianale sardo: si fa con un misto di acqua e farina, e naturalmente la pasta madre, l’agente lievitante. Prima della lavorazione del pane le operatrici ci hanno raccontato un po’ di storia sul pane. Dopo ci hanno mostrato del pane già fatto da loro per darci anche un po’ di aiuto su cosa fare, hanno poi messo della farina sul tavolo e ci hanno dato dell’impasto. Prima abbiamo lavorato la pasta: ognuno ha creato delle varie forme di pasta dura (cocoi), io ad esempio gli ho dato la forma della mia iniziale (L). Siccome ognuno poteva dargli la forma che voleva, per decorarlo un po’ abbiamo usato anche le forbici e la  rotellina che in sardo si chiama sa sarreta. Dopo fatto il pane abbiamo preparato i malloreddus (la pasta tradizionale sarda). Per dargli la forma abbiamo arrotolato la pasta nelle forchette. Nel frattempo i cocoi cuocevano: corone, cuori, porcospini…
E’ stata un’esperienza creativa, divertente e anche… golosa!

Luca Caboni e Alessandro Loi  (classe 2a)
 

10 gennaio 2018

Villanovaforru e Villanovafranca ai giochi Bebras dell'informatica


Nella settimana dal 13 al 17 novembre si sono svolti i giochi informatici Bebras. 
Come l'anno scorso, i plessi di Villanovaforru e Villanovafranca, hanno partecipato ai giochi informatici con tutti gli alunni.
Un momento di crescita e di studio non indifferente portato avanti con metodiche non tradizionali (computer based) che hanno avuto un notevole consenso da parte degli alunni.
Scopo della partecipazione non è tanto quella di conquistare le vette della classifica finale, quanto quello di approcciarsi all'informatica e alla logica in maniera un po' diversa rispetto a come si lavora in classe.
Come potete constatare la squadra VNF 3a di Villanovafranca ha comunque ottenuto un eccellente risultato piazzandosi al 65° posto su oltre 1.500 squadre partecipanti.
Un modo diverso e innovativo per coinvolgere gli studenti su tematiche che oggigiorno rivestono un ruolo fondamentale nel processo della crescita dei nostri studenti.
A breve occhi puntati sui Giochi matematici 2018

Ecco le performance dei nostri studenti

02 gennaio 2018

VILLANOVAFORRU: si rinnova la tradizione del pranzo di Natale

A Villanovaforru gli studenti delle classi seconda e terza tengono viva la tradizione del pranzo di Natale allestendo un banchetto con i fiocchi.
Gli studenti della classe terza, come da tradizione, hanno organizzato il pranzo di Natale con la collaborazione dei genitori che hanno cucinato la pasta al forno e il maialetto. I ragazzi hanno invece fatto la spesa, preparato l'antipasto e allestito la sala. Il tutto sotto la splendida supervisione di Silvia.
Di seguito alcune immagini dell'evento