26 marzo 2018

Diario dalla Grecia


1° GIORNO


La sveglia suona inesorabile alle 3 del mattino e il suono ti penetra come un trapano. Realizzi che l’appuntamento per partire in gita è alle 4.30 e allora tutto cambia.
Prima di uscire di casa controlli che ci sia tutto, ma soprattutto che ci siano i documenti di viaggio. Quando sei sicuro al cento per cento che non manchi nulla, accendi la macchina e dopo aver incontrato Francesca ci dirigiamo alla volta di Elmas.

Arrivati in aeroporto un altro gruppo ci trae in inganno e facciamo qualche fatica a radunare tutti. Lo stesso preside cade nel tranello e lo vediamo osservare con insistenza l’altro gruppo prima di realizzare che il nostro è cinquanta metri più avanti.
Il rito della consegna dei biglietti e della verifica dei documenti d’identità quest’anno è preceduto da una novità. Ad ogni ragazzo consegniamo un porta documenti trasparente da appendere al collo in modo che nella baraonda dei due voli riescano a non perdere nulla. Ciò nonostante il primo grido d’allarme si leva alto in aeroporto quanto uno studente non trova più il suo porta documenti. Falso allarme, l’ha infilato nello zaino prima di andare in bagno. Panico rimandato!

Il volo per Bergamo è piacevole e sonnolento tranne per coloro che volano per la prima volta. A Bergamo facciamo colazione e subito passiamo i controlli per imbarcarci per Atene. Il volo ha qualche minuto di ritardo che viene recuperato prontamente, tanto che atterriamo con qualche minuto di anticipo.
Il viaggio in pullman verso Atene è carico di euforia e gioia che tutta la stanchezza viene subito spazzata via. Il paesaggio ci è un po’ familiare perché assomiglia abbastanza al nostro. Gli uliveti e le vigne fanno da cornice al viaggio che dura circa un’ora.

Finalmente ci infiliamo nel traffico caotico di Atene. La prima cosa che ci balza agli occhi è che le rotonde qui non sono ancora arrivate. Semafori e incroci a raso dappertutto. All’ingresso in città cerchiamo con gli occhi il Partenone che avvistiamo solo dopo qualche minuto. Assaporiamo il primo contatto con la grande metropoli e subito notiamo che le scritte in greco non sono molto facili da decifrare.


Finalmente scendiamo nei pressi dell’albergo e conosciamo la responsabile del tour operator, Martina, che ci aiuta nel check in. La sorte sorride ad alcune ragazze che vengono spedite al nono piano in due suite meravigliose, insieme a Francesca. Tutti noi alloggiamo nel settimo e terzo piano.
Poggiati i bagagli ispezioniamo le camere e diamo tutte le indicazioni ai ragazzi. Le camere, escluse quelle del nono, sono comunque carine e adatte al nostro scopo. Non abbiamo nulla da segnalare alla reception se non l’ora della cena che fissiamo alle 21.

Sono le 17.30 e ci apprestiamo a conoscere Atene, non prima di esserci muniti di cartina e aver ascoltato i preziosi consigli di Martina che ci spiega velocemente “la città”.
Siamo in una zona di Atene non proprio bella. Fuori dall’albergo l’impatto non è dei migliori. La città è abbastanza sporca, tutta graffitata e piena di mendicanti. La piazza vicino a noi, piazza Omonia, è una colata di cemento non certo ben frequentata. Decidiamo di dirigerci verso Monastiraki passando per Athinas. Lungo il percorso notiamo che i tanti negozi hanno parte dell’esposizione sui marciapiedi. Ci sembra di essere sempre al mercato. Arrivati nel cuore pulsante della città notiamo che è piena di gente. Decidiamo di continuare a passeggiare senza una direzione precisa, giusto per assaporare le prime sensazioni e farci travolgere la ritmo della città. Notiamo subito che molti ragazzi non sono abituati alle grandi folle metropolitane e quasi rimangono ipnotizzati o impauriti da tutto ciò. Altri camminano spediti e non si curano minimamente del gran caos che regna nelle strade. Notiamo subito che il poco che riusciamo a vedere della zona turistica è molto carino, pieno di negozi e di gente che come noi passeggia.



Rientrati in albergo scopriamo con piacere che la cena è a buffet. Noi insegnanti sappiamo bene che una simile notizia per noi significa una cosa sola: salvezza! Nessuno che lascerà i piatti intonsi anche alla terza portata, nessuno che in processione arriverà al nostro tavolo dicendo che la roba da mangiare fa schifo, ecc. Sappiamo con certezza che ognuno di loro troverà almeno una cosa di cui cibarsi. Tiriamo un sospiro di sollievo e con noi anche i ragazzi.

La stanchezza è talmente tanta che decidiamo di andare subito a nanna. Diamo la buonanotte ai ragazzi nelle camere verso le 23, senza però dimenticare il rito dello scotch. Rito che in questa circostanza è fondamentale perché nelle ore precedenti abbiamo realizzato con sgomento che i 12 piani dell’hotel sono abitati per il 90% da scolaresche che arrivano da tutta Europa. O my god!

2° GIORNO
La colazione internazionale a buffet è ricca e abbondante. La sala sembra una grande mensa scolastica. Le lingue si mischiano in una cacofonia di suoni che ci fanno capire una volta di più l’importanza dei viaggi all’estero. 


I ragazzi sono assonnati e non fanno altro che raccontare del baccano nelle altre stanze della notte appena trascorsa, chiaramente ad eccezione del nono piano che con muri e porta insonorizzata hanno tutte dormito sonni tranquilli. Iniziamo ad essere tutti un po’ gelosi!


Alle 9 conosciamo Anastasia, la nostra guida, con cui concordiamo il programma della giornata. Ci tuffiamo nelle strade cittadine per dirigerci verso l’Agorà. Anastasia è gentile, molto preparata e soprattutto non è assillante. Quando visitiamo l’Agorà ci spiega tutto ciò che dobbiamo sapere sui luoghi che stiamo visitando e lo fa sempre con garbo e delicatezza. Ben presto realizziamo che stiamo calpestando i luoghi che furono la culla della nostra civiltà. Ne siamo affascinati.


Il pranzo lo consumiamo in un ristorante caratteristico del centro. Insalata, una sorta di salsiccia con patatine e pita (un pane tipico greco che tanto assomiglia alla nostra spianata). Noi insegnanti abbiamo un piccolo bonus e assaggiamo la Feta, il tipico formaggio di capra e pecora.


Il pomeriggio lo dedichiamo alla visita del Partenone. Lo spettacolo è mozzafiato. Dopo averlo visto centinaia di volte nei libri storia e in fotografia finalmente possiamo ammirarlo e toccarlo dal vivo. L’imponenza di tutto il complesso archeologico, unico al mondo, ci regala un po’ di pace e serenità. Anastasia spiega con dovizia di particolari che il monumento era un tempio dedicato alla Dea Atena, che il nome “Partenone” si riferisce all’epiteto “parthenos” della dea Atena (che indica il suo stato di nubile e vergine), nonché al mito della sua creazione, per partenogenesi, dal capo di Zeus. Infatti all’interno del Partenone si trovava la colossale statua dell’Athena Parthenos in piedi, alta circa dodici metri.


Dopo le foto di rito ci dirigiamo verso il Museo dell’Acropoli ma con nostra grande delusione scopriamo che i musei chiudono sempre alle 16 (follia per un paese che campa di turismo) e i siti archeologici alle 17. Decidiamo allora di dirigerci verso le stradine del centro dopo aver salutato la nostra guida e averle dato appuntamento al mattino successivo.
In centro iniziamo lo shopping. I ragazzi fanno dentro e fuori dai mille negozietti pieni zeppi di souvenir senza dimenticare di assaggiare il gelato che assaporano con piacere. Anche per loro è un momento di svago e di divertimento che apprezzano e riescono a gestire con maturità. Di rientro facciamo una puntatina da H&M e chiaramente non può mancare la tappa obbligata da Starbucks per la gioia dei più, che con i loro smartphone si apprestano a immortalare l’evento subito postato su Instagram.

Di rientro all’hotel facciamo nuovamente tappa nel nostro market di fiducia (ci eravamo già fermati il giorno prima) per acquistare acqua e alimenti di prima necessità (cioccolati, patatine, bibite, ecc.).
La cena è sempre alle 21 e la finiamo abbastanza tardi. Decidiamo di non uscire e di dare un po’ di tempo ai ragazzi per stare in libertà, che tradotto significa andare nelle camere dei compagni con l’impegno di non fare caos. Alle 23.30 siamo tutti a letto perché la mattina dopo abbiamo il pullman alle 9.00.

3° GIORNO
Alle 8.50 in punto Anastasia ci attende nella hall. Noi abbiamo qualche ritardatario che ha dimenticato felpa, giubbotto o chiave della camera. Quando ci siamo tutti procediamo al rito della conta e ci dirigiamo in pullman. Il traffico della città è caotico e ci tiene nella sua morsa per una buona mezz’ora, sino a che non lasciamo il centro abitato per dirigerci a sud verso Capo Sounion.

Il viaggio è piacevole, anche perché il nostro autista guida sempre con prudenza e senza particolari strappi. Le strade greche non sono particolarmente confortevoli, anzi spesso sono mal tenute, ma noi già ci siamo abituati, e la manutenzione scarseggia. Dopo circa un’ora e mezza il Tempio di Poseidone si staglia magnifico all’orizzonte.
La breve camminata che ci separa dal parcheggio al pullman è salutare, perché la brezza marina ci toglie l’intorpidimento del viaggio. Il Tempio di Poseidone è situato in cima a una collina rocciosa, affacciato sul Mar Egeo, con vista sul pittoresco Golfo di Saronico. Lo spettacolo che si apre a chi, durante un viaggio ad Atene, si reca a visitare questo celebre sito archeologico è davvero straordinario, con il mare rilucente al sole che fa da sfondo alle 15 imponenti colonne doriche, una delle quali conserva ancora l'iscrizione autografa lasciata dal celebre poeta inglese Lord Byron, eroe dell'epoca romantica. Tutto questo ci viene narrato da Anastasia con altri mille particolari che impreziosiscono la visita. Dopo circa un’ora ci rifocilliamo al bar. Noi consumiamo un caffè mentre i ragazzi si destreggiano tra granite, patatine e altre prelibatezze.


Rientrati ad Atene ci fiondiamo in un tipico ristorante greco. Il pranzo è sempre buono e i ragazzi in linea di massima mangiano quasi tutti. Quasi tutti perché ci sono i digiunatori e le digiunatrici croniche.

Nel frattempo Anastasia si è messa d’accordo con l’autista che si è offerto di accompagnarci anche nel pomeriggio, nonostante il suo servizio finisse alle 13. Finito il pranzo tutti in pullman, direzione Museo Archeologico Nazionale. L’edificio è imponente e molto bello. L’interno ci offre uno spettacolo unico al mondo su cui spiccano le meravigliose maschere d’oro. Il tempo è tiranno e il museo sta per chiudere. Ci manca da vedere una sezione ma veniamo cacciati via dagli inservienti con cui abbiamo, la guida e io, un alterco abbastanza duro perché non ci consentono neanche i cinque minuti canonici.


Anastasia ha però ancora in serbo qualche asso nella manica. Saliti in pullman iniziamo il giro turistico della città. Hanno diritto di essere menzionati l’intermezzo che le guardie del parlamento fanno mezz’ora prima del cambio della guardia. Una sorta di camminata che sembra un ballo che porta poi all’inversione da una parte all’altra delle guardie e la vista dello Stadio Panathinaikos, dove si celebrarono le prime Olimpiadi dell’era moderna. 


Lasciata Anastasia e Giovanni, il nostro autista, non dopo averli ringraziati con affetto per la disponibilità e averli lasciato una piccola mancia, proseguiamo la nostra visita della città ripercorrendo a piedi alcune strade appena percorse in pullman. Ci fermiamo per qualche foto di fronte alla Biblioteca Nazionale e pian piano ci riportiamo in Piazza Syntagma. Da lì ci dirigiamo verso i nostri abituali punti di riferimento H&M e Starbucks dove i ragazzi fanno incetta di felpe e zuccheri.

Oggi la cena è alle 20 perché vogliamo uscire la sera per cui siamo di ritorno in albergo qualche minuto prima delle otto.

La città di notte è molto illuminata e piena di colore. Le strade sono un po’ meno trafficate e molti negozi sono chiusi. Nelle vie del centro c’è tanta gente che come noi passeggia. Torniamo al Parlamento perché una gita che si rispetti non può perdersi il cambio della guardia. Dopo un vero e proprio tour de force riusciamo ad arrivare contemporaneamente alle guardie che devono dare il cambio ai colleghi. Anche in questo caso, come al pomeriggio, tutto sembra una danza molto coreografica che ha il suo fascino ma che allo stesso tempo è un po’ buffa. Come sono buffi i mutandoni delle guardie e le loro scarpe.

Da lì ci dirigiamo verso Ermou senza non prima aver onorato una promessa, la classica sosta da Mc Donald's, dove molti dei nostri si rimpinzano di patatine e hamburger. Con la pancia piena e il morale alle stelle proseguiamo lungo Ermou, una bella strada piena di negozi, molti dei quali chiusi, e locali. A metà strada ci imbattiamo in un cantante di strada che subito ci aggancia e sotto la sua direzione diamo vita ad un’esilarante spettacolo musicale e di ballo. Tra le risate generali e l’imbarazzo di alcuni che non sono proprio tagliati per il canto e il ballo, abbiamo lasciato qualche moneta al simpatico artista e abbiamo proseguito la passeggiata nelle zone che oramai conosciamo a mena dito. Rientriamo in hotel dove al grido di “tutti a letto”, “scocciamo” le stanze perché c’è bisogno di riposare perché l’indomani la sveglia sarà anticipata e soprattutto i ragazzi non sanno che passerò a filmarli.


4° GIORNO
Alle 6.45 inizio la sveglia con annessa ripresa filmata. I ragazzi forse non se l’aspettano, fatto sta che li colgo quasi tutti impreparati. Entro nelle loro camere e li filmo mentre si svegliano. Qualcuno lo sveglio direttamente io. Le camere, ad eccezione di poche, sono il caos per eccellenza. Qualcuno non ha arieggiato la camera e il profumo che si respira non è dei migliori, ma non sarebbe una gita scolastica se le stanze dei ragazzi fossero profumate.
Consumiamo la colazione abbastanza assonati consci del fatto che durante il lungo viaggio per Micene ci potremo riposare.

La nostra guida con l’autista sono sempre puntualissimi e alle 8.30 in punto siamo diretti verso Micene. Il viaggio è lungo anche perché uscire dalla città di Atene richiede molto tempo a causa dei tanti semafori, come già detto non esistono le rotonde, e del traffico sempre ad alti livelli.
Anastasia ci informa che la prima tappa la faremo a Corinto per ammirare lo stretto che unisce il golfo di Corinto con il mar Egeo. Appena arriviamo ci portiamo subito nel ponte che attraverso lo stretto. La vista è mozzafiato perché, in una passerella sospesa a circa 30 metri dall’acqua, possiamo ammirare un’opera dell’ingegno umano. Lo stretto ha pareti a picco sull’acqua alte circa 26 metri e l’acqua è profonda circa 8 metri.


Il tempo di bere un caffè e andare in bagno e il viaggio prosegue verso Micene, dove arriviamo un’ora dopo.
La Porta dei Leoni è veramente spettacolare, ma tutto il sito archeologico, spiegato con maestria dalla nostra guida, riserva tante piacevoli sorprese, che culminano con la visita alla tomba di Agamennone. Al di fuori della tomba incontriamo gli studenti del liceo classico di Villacidro con i quali ci salutiamo affettuosamente, comprese le due sorelle dei nostri alunni che, carrambata delle carrambate, si incontrano proprio lì. 



Il pranzo lo consumiamo in un ristorante del centro turistico insieme ad altre due scolaresche italiane. Tanta confusione ma anche in questo caso gentilezza a profusione e buon cibo per tutti. Mangiamo la moussaka, preparata con le melanzane, la carne di agnello e il formaggio a strati. Poi servono dell’ottimo arrosto con patate e l’immancabile insalata con le arance del posto. Noi abbiamo qualche piccolo privilegio perché oltre al gradito vinello, ci servono la Feta, la Tzatziki, una crema che si prepara aggiungendo allo yogurt del cetriolo fresco a piccoli pezzettini, l’olio d’oliva e aromi intensi come menta, aneto e aglio e infine le arance tagliate a fette rotonde con cannella e zucchero.

La nostra guida, sempre pronta a sorprenderci, ci propone una capatina a Nafplio, cittadina sul mare che nell’antichità è stata la prima capitale greca. Ci arriviamo dopo 20’ di pullman e subito veniamo indirizzati in una gelateria gestita da Massimo, un italiano trapiantato in Grecia da più di vent’anni, che prepara un ottimo gelato. Mangiamo il gelato passeggiando nella piazzetta principale dove possiamo ammirare la bellezza di questo angolo di paradiso affacciato sullo splendido mare azzurro.


Il rientro in pullman ci dà la possibilità di riposare e di accumulare un po’ di energia perché per noi la giornata non finisce con il rientro in hotel.

Arrivati in hotel verso le 17.30 e salutati Anastasia e Giovanni, ringraziandoli per la loro disponibilità e professionalità, ci diamo mezz’ora di tempo per andare un attimo in bagno e alle 18.30 siamo pronti per l’ultima passeggiata nelle vie del centro. Seguendo il consiglio di Anastasia decidiamo di visitare il quartiere di Psiri che si trova tra il nostro hotel e Monastiraki.

Anche in questo caso veniamo sorpresi dalle mille contraddizioni della città. Le viuzze di Psiri sono piene di bar, negozietti, ristoranti, piccole piazzette, ma soprattutto c’è tanta gente seduta nei locali all’aperto. La temperatura già primaverile di Atene favorisce la vita all’aperto e li si vede tutta. Altre due cose colpiscono la nostra curiosità. La stradina Riga Palamidou, dove ha sede un teatro, che è ricca di murales molto particolari e la visita ad una chiesetta bizantina che al suo interno ci regala un arredo e un allestimento per noi inconsueto.


Raggiungiamo Plaka, l’altro quartiere turistico della città, e assecondiamo tutte le richieste dei ragazzi che nell’ordine sono: shopping, H&M e Sturbacks. Al rientro facciamo la considerazione che oramai ci siamo quasi abituati al caos della città, ai muri tutti pasticciati, alle strade abbastanza sporche, ai tanti barboni che vivono e dormono nei marciapiedi, alle persone che ci chiedono una monetina e ai tanti venditori in strada. Ci dà conforto, però, vedere sempre la polizia in ogni angolo della strada. Il rito vuole che ci si fermi al market di fiducia e non vogliano scontentare gli dei per cui lo compiamo facendo le ultime spese in città.

Consumiamo la cena alle 21 in un clima di gran festa perché insieme a noi c’è una scolaresca di spagnoli che fanno un gran baccano ma soprattutto cantano la canzone di buon compleanno ad una loro compagna. Noi insegnanti ce la prendiamo un po’ comoda per dare tempo ai ragazzi di fare le ultime visite nelle stanze dei compagni ma scoccate le 23 passiamo a dare la buona notte e le indicazioni per il giorno dopo che prevede la sveglia alle 5.

Noi ci rilassiamo mezz’ora al dodicesimo piano sorseggiando una birra e ammirando dalle vetrate la città illuminata e il Partenone che spicca imponente dietro di noi.


4° GIORNO
Alle 5 la sveglia è una realtà. Passiamo per le camere per essere sicuri che tutti siano in piedi. Nei corridoi del terzo c’è un suonare di sveglie che fa sorridere. Qualcuno però non risponde neanche al bussare insistito. Finalmente dietro la porta spunta assonnata la faccia di qualche alunna che non si è ancora resa conto che si deve alzare. Ci diamo appuntamento alle 6.15 nella hall.

Una volta giù riconsegniamo le chiavi elettroniche e in cambio riceviamo un sacchetto con la colazione. All’interno un croissant, fette biscottate, marmellata e succo d’arancia. Rispetto al mattino dove potevi mangiare di tutto è una misera consolazione ma notiamo che molti gradiscono lo stesso.

Il viaggio per l’aeroporto è di circa un’ora. Appena arriviamo troviamo un punto base e diamo la possibilità ai ragazzi di fare colazione. Anche noi ci prendiamo un caffè al volo prima di radunare tutti per il rito del viaggio. Per prima cosa consegniamo i documenti, poi il primo biglietto aereo per Bergamo. Verifichiamo che tutti abbiano appeso al collo il portadocumenti e ci dirigiamo verso i controlli. Anche ad Atene ci controllano a campione per verificare se trasportiamo esplosivo, ma soprattutto stiamo attenti affinché nessuno dimentichi nulla e, soprattutto, non perda i documenti.

Il volo per Bergamo è più lungo dell’andata, due ore e venti minuti, e lo trascorriamo prevalentemente a sonnecchiare.


A Bergamo la prima cosa che facciamo è riprendere i documenti ai ragazzi per poi dirigerci all’Orio Centre, un grande centro commerciale dove trascorriamo le quasi cinque ore che ci separano dal viaggio di ritorno. I ragazzi sono felici perché possono scorrazzare abbastanza liberi e noi siamo tranquilli perché il luogo garantisce condizioni di sicurezza ottimali.



Il volo per Cagliari è breve e quasi non ce ne accorgiamo. Prima di ritirare i bagagli assolviamo ad un altro rito. Raduniamo i ragazzi e ognuno di noi insegnanti fa un breve discorso che in genere è un in bocca al lupo per quello che sarà il loro futuro. Anche quest’anno un pizzico di commozione nel ringraziare questi compagni di viaggio che presto saranno adulti a cui auguriamo sempre la massima felicità.


Ritirati i bagagli, non appena usciamo nell’area arrivi, veniamo accolti da un lungo applauso, mentre i ragazzi si tuffano nelle braccia dei genitori. Mentre filmo rivedo scene riviste tante volte. I genitori commossi che riabbracciano i loro figli e alunni felici per un viaggio che rimarrà nei loro ricordi più belli. Per noi tante strette di mano e moltissimi “grazie” per la degna conclusione di un viaggio da incorniciare.

Ad majora

Carlo Murru



Le classifiche dei ragazzi

Le cose migliori in ordine di scelta
  1. La compagnia
  2. Micene
  3. I panorami
  4. Le parti storiche della città e i monumenti
  5. Il cibo
  6. I Templi
  7. Il Partenone
  8. La parte turistica della città e le passeggiate
  9. L’Acropoli
  10. Atene
  11. Il cambio della guardia
  12. Il Tempio di Poseidone

Le cose peggiori in ordine di scelta
  1. Alcuni episodi spiacevoli in città e in hotel (dovuti alla presenza di altre scolaresche straniere)
  2. La parte degradata della città
  3. La povertà di Atene
  4. I barboni
  5. Il cibo
  6. La città
  7. La sicurezza urbana della città
  8. La perdita del telefono
  9. Lo scarafaggio in camera

1 commento:

  1. Grazie! hai descritto così bene che mi è sembrato di essere stato lì con voi. Ancora complimenti per l'impegno che profondi per la buona riuscita delle gite. Tanti e tanti ringraziamenti anche a Francesca e al Preside. toremelas

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