Il primo gruppo si è occupato di realizzare un’imitazione del pane nuragico. Innanzitutto, l’operatrice ci ha spiegato come gli antichi nuragici facevano il pane. Per ottenere la farina, si utilizzava una specie di macina costituita da due pietre (una grande e una più piccola) che, strisciando tra di loro, creano della pressione e riducono i chicchi di grano in farina. Dopo che l’operatice ha finito di spiegare, ognuno di noi ha provato a utilizzare quella “macina”, così tutti abbiamo potuto capire quanto era faticoso ottenere della farina a quei tempi. Poi abbiamo valutato il risultato del nostro sforzo: pessimo, non siamo riusciti a fare neanche un pugno di farina grezza. L’operatrice ha poi aggiunto che la farina che i nuragici usavano non era pura, e poteva provenire da vari cereali. Appena finita la spiegazione abbiamo provato a riprodurre il pane; una volta realizzato l’impasto abbiamo scelto un “marchio” (la pintadera) con cui dovevamo “marchiare” il nostro pane. Infine, il pane è stato infornato ed è giunto a scuola dopo qualche giorno.
Il secondo gruppo ha realizzato il pane artigianale sardo: si fa con un misto di acqua e farina, e naturalmente la pasta madre, l’agente lievitante. Prima della lavorazione del pane le operatrici ci hanno raccontato un po’ di storia sul pane. Dopo ci hanno mostrato del pane già fatto da loro per darci anche un po’ di aiuto su cosa fare, hanno poi messo della farina sul tavolo e ci hanno dato dell’impasto. Prima abbiamo lavorato la pasta: ognuno ha creato delle varie forme di pasta dura (cocoi), io ad esempio gli ho dato la forma della mia iniziale (L). Siccome ognuno poteva dargli la forma che voleva, per decorarlo un po’ abbiamo usato anche le forbici e la rotellina che in sardo si chiama sa sarreta. Dopo fatto il pane abbiamo preparato i malloreddus (la pasta tradizionale sarda). Per dargli la forma abbiamo arrotolato la pasta nelle forchette. Nel frattempo i cocoi cuocevano: corone, cuori, porcospini…
E’ stata un’esperienza creativa, divertente e anche… golosa!
Luca Caboni e Alessandro Loi (classe 2a)
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