Amiamo le arti

Crediamo che le arti debbano avere un posto di riguardo nella nostra scuola.

Con lo sguardo verso il futuro

Insegniamo che la tecnologia è un mezzo non il fine.

INCLUSIONE

La vera scuola parte sempre dall'inclusione e per noi è lo scopo quotidiano.

Inglese, per essere internazionali

Con lo sguardo rivolto al mondo prepariamo i nostri ragazzi alle certificazioni linguistiche.

Musica

L'indirizzo musicale e i progetti sulla musica e il canto impreziosiscono la nostra scuola.

30 marzo 2018

Laboratorio di scavo e restauro


IL LAVORO DI UN ARCHEOLOGO

L'archeologo è lo scienziato che si occupa di studiare le culture delle civiltà del passato e relazionarle col presente.
Il suo lavoro è suddiviso in 4 fasi, che, in occasione del laboratorio, abbiamo riprodotto.
Nella prima fase, l'archeologo divide il terreno di scavo in appezzamenti quadrati in modo che, quando un oggetto venga ritrovato, si possa sapere e ricordare dove l'oggetto è stato rinvenuto. A causa delle brutte condizioni climatiche, non è stato possibile provare questa fase del lavoro dell'archeologo.
Nella seconda fase, le guide ci hanno spiegato che gli archeologi, attraverso delle palette speciali, specie di cazzuole chiamate trowel, scavano il terreno appezzato in quadrati lentamente, in modo che gli oggetti non rischino di rompersi. Abbiamo successivamente provato l'esperienza in vaschette piene di terra per ritrovare degli oggetti come pintadere, cocci di vasi, ossa ecc...
In seguito, l'archeologo ripulisce perfettamente gli oggetti ritrovati sotto terra attraverso dei pennellini e delle spazzole che non causano danni all'oggetto in questione. Anche noi in seguito abbiamo provato le azioni di ripulitura dei diversi oggetti ritrovati e dopo una pulizia accurata e attenta con i consigli delle guide siamo passati alla quarta e ultima fase del lavoro dell' archeologo.
Nella fase finale (oppure quarta fase), l'archeologo prova a ricostruire degli oggetti con e attraverso tutti i pezzi degli oggetti ritrovati dopo lo scavo nei diversi appezzamenti quadrati. Dopo la pulizia accurata dei diversi oggetti, le guide ci hanno riferito che l'archeologo prova a ricostruire gli oggetti con i pezzi ritrovati dei diversi vasi o altri oggetti come piatti o maschere usufruendo di colla o nastro adesivo. Noi abbiamo provato a ricreare degli oggetti con i pezzi ritrovati nelle vaschette utilizzando solo tanto nastro adesivo.
Per noi questa è stata un'esperienza fantastica e speriamo di poter rivivere altre occasioni simili per imparare e arricchire la nostra cultura mentale e generale.
Lorenzo Obili e Francisco Desogus, classe II

Marianna Pinna

29 marzo 2018

Cracovia: memorie di viaggio



Viaggio di istruzione a Cracovia

3-6 marzo 2018

Memorie di viaggio

Il nostro viaggio a Cracovia, ahimè…è terminato!
Nonostante sia stato molto breve, tanti sono i nostri ricordi: le lunghe camminate per il quartiere storico di Stare Miasto, le numerose Chiese, tra cui quella bellissima di Santa Maria nella Piazza del Mercato. Da una delle due torri un trombettiere ogni ora, per quattro volte, suona una melodia tradizionale. Anche noi, col naso per aria, abbiamo assistito a questo momento!
In quella stessa piazza ci ha fatto sorridere il nostro Preside che, stranamente attirato da uno stand di armi d’epoca, per un attimo ha pensato di acquistarne una da utilizzare nel prossimo collegio docenti per i prof “monelli”!!!!! E noi abbiamo immortalato il momento…
Anche se stanchi, ci siamo ovviamente divertiti molto nel fare shopping nei vari negozi e nello sperimentare personalmente il cambio della moneta: per quattro giorni ci siamo sentiti ricchi, perché tutto costava pochissimo!! Bellissimo anche il Castello di Wawel e la sua leggenda intorno al drago, ma certamente la parte che abbiamo apprezzato di più è stata la passeggiata notturna per le vie del centro storico cantando e ballando!
Luca e Marco, classe Terza di Furtei
La mattina del terzo giorno, siamo andati alle Miniere di sale di Wieliczka, un bellissimo luogo, Patrimonio dell’UNESCO, che arriva fino alle viscere della Terra. Dopo una discesa di quasi 400 gradini, davanti ai nostri occhi si sono spalancate grandi caverne di sale sorrette da tronchi giganteschi che si univano alle pareti in un connubio perfetto. All’interno, lampadari realizzati con cristalli di sale, bassorilievi, tante Cappelle, due grandi laghi e animazioni di luci e ologrammi con un suggestivo Chopin come sottofondo musicale…Emozione pura!
Abbiamo assaggiato il sale direttamente dai cristalli incastonati sulle pareti perché la guida ci ha detto che è di buon auspicio!
Bellissima la Cappella dedicata a Santa Kinga, patrona dei minatori, imponente e abbellita da statue, ovviamente di sale bianco e purissimo!
Un luogo suggestivo che ha stupito ed emozionato tutti noi.
Elia, classe Terza di Furtei
La giornata più toccante del viaggio è stata indubbiamente quella trascorsa ad Auschwitz e Birkenau. Michele, la nostra bravissima guida, ci ha portato indietro nel tempo, facendoci vedere e immaginare con la forza del suo racconto quello che abbiamo sempre visto solo sui libri.
I nostri occhi si sono riempiti di lacrime, i nostri cuori commossi e turbati di fronte all’orrore commesso da “uomini” nei confronti di altri uomini.
All’ingresso, prima ancora della scritta “Arbeit macht frei” che tutti noi conosciamo, un’altra tristemente vera, sulla quale la guida ci ha fatto riflettere. La vogliamo riportare in polacco:
“ KTO NIE PAMIETA HISTORII SKAZANY JEST NA JEJ PONOWNE PRZEZYCIE”.
“Coloro che non ricordano il passato sono condannati a ripeterlo”
Una preziosissima lezione di vita da incastonare nei nostri ricordi di studenti.
Anita, Eleonora, Sonia e Maria Pia, classe Terza di Furtei

27 marzo 2018

IC Villamar: Campioni di scacchi

             Una giornata giocando a scacchi

Mercoledì 14 marzo è stata una giornata molto emozionante per 16 tra alunni e alunne dell’Istituto che frequentano il triennio della scuola media. In particolare per: Maria Pia Schirru, Elia Nonnis, Paolo Cinus e Federico Vacca di Furtei; Anuska Porcedda, Daria Rossi, Davide Stampatori, Sandro Secchi, Mattia Tuveri e Anita Rubiu di Villamar, Sabrina Fenu, Melissa Ardu, Federico Diana, Federica Simbula, Riccardo Ulargiu e Lorenzo Frau di Segariu.
Accompagnati dai prof. Alessandro Pompianu, Maria Rosaria Usai e Stefania Furcas, rispettivamente capitani delle squadre di Furtei, Villamar e Segariu, e dal prof. Nicola Padroni, referente del progetto di potenziamento che introduce il gioco degli scacchi nelle attività di tutto l’Istituto dopo la bella esperienza dell’anno scorso nel solo plesso di Furtei, si sono recati in bus a Iglesias per il torneo scacchistico studentesco nella fase provinciale a squadre.

                                 
E’ stata una giornata davvero entusiasmante con il convegno di diverse rappresentative delle scuole di tutti gli ordini, primaria, secondaria di primo e secondo grado, delle tre province di Cagliari, Carbonia-Iglesias e Medio Campidano che si sono scontrate/incontrate nella palestra dell’Istituto “Carlo Baudi di Vesme” dove sono state allestite 110 scacchiere per l’effettuazione regolare delle partite sotto la supervisione della Federazione Nazionale Scacchi Italia.
I nostri re e regine, oltre essersi divertiti e aver trascorso una giornata diversa all’insegna della ricreazione intellettuale continua, sono riusciti a portare a casa tre coppe e la qualificazione dell’Istituto per le Regionali!!!

                    
Ora lo scopo a lunga scadenza, dopo il proseguo della competizione che, nell’immediato a maggio si spera che da Regionale si trasformi in Nazionale, è quello di allargare l’attività di alfabetizzazione e competizione scacchistica, che come noto è trasversale per l’apprendimento in ogni disciplina, a tutte quelle classi nel nostro vasto istituto che non hanno potuto beneficiarne ancora.
                                                                            Buoni scacchi a tutti!
                               
                     
 Realizzato da:        Le tre squadre di scacchi dell’istituto Comprensivo di Villamar (Furtei, Segariu e Villamar)

26 marzo 2018

Diario dalla Grecia


1° GIORNO


La sveglia suona inesorabile alle 3 del mattino e il suono ti penetra come un trapano. Realizzi che l’appuntamento per partire in gita è alle 4.30 e allora tutto cambia.
Prima di uscire di casa controlli che ci sia tutto, ma soprattutto che ci siano i documenti di viaggio. Quando sei sicuro al cento per cento che non manchi nulla, accendi la macchina e dopo aver incontrato Francesca ci dirigiamo alla volta di Elmas.

Arrivati in aeroporto un altro gruppo ci trae in inganno e facciamo qualche fatica a radunare tutti. Lo stesso preside cade nel tranello e lo vediamo osservare con insistenza l’altro gruppo prima di realizzare che il nostro è cinquanta metri più avanti.
Il rito della consegna dei biglietti e della verifica dei documenti d’identità quest’anno è preceduto da una novità. Ad ogni ragazzo consegniamo un porta documenti trasparente da appendere al collo in modo che nella baraonda dei due voli riescano a non perdere nulla. Ciò nonostante il primo grido d’allarme si leva alto in aeroporto quanto uno studente non trova più il suo porta documenti. Falso allarme, l’ha infilato nello zaino prima di andare in bagno. Panico rimandato!

Il volo per Bergamo è piacevole e sonnolento tranne per coloro che volano per la prima volta. A Bergamo facciamo colazione e subito passiamo i controlli per imbarcarci per Atene. Il volo ha qualche minuto di ritardo che viene recuperato prontamente, tanto che atterriamo con qualche minuto di anticipo.
Il viaggio in pullman verso Atene è carico di euforia e gioia che tutta la stanchezza viene subito spazzata via. Il paesaggio ci è un po’ familiare perché assomiglia abbastanza al nostro. Gli uliveti e le vigne fanno da cornice al viaggio che dura circa un’ora.

Finalmente ci infiliamo nel traffico caotico di Atene. La prima cosa che ci balza agli occhi è che le rotonde qui non sono ancora arrivate. Semafori e incroci a raso dappertutto. All’ingresso in città cerchiamo con gli occhi il Partenone che avvistiamo solo dopo qualche minuto. Assaporiamo il primo contatto con la grande metropoli e subito notiamo che le scritte in greco non sono molto facili da decifrare.


Finalmente scendiamo nei pressi dell’albergo e conosciamo la responsabile del tour operator, Martina, che ci aiuta nel check in. La sorte sorride ad alcune ragazze che vengono spedite al nono piano in due suite meravigliose, insieme a Francesca. Tutti noi alloggiamo nel settimo e terzo piano.
Poggiati i bagagli ispezioniamo le camere e diamo tutte le indicazioni ai ragazzi. Le camere, escluse quelle del nono, sono comunque carine e adatte al nostro scopo. Non abbiamo nulla da segnalare alla reception se non l’ora della cena che fissiamo alle 21.

Sono le 17.30 e ci apprestiamo a conoscere Atene, non prima di esserci muniti di cartina e aver ascoltato i preziosi consigli di Martina che ci spiega velocemente “la città”.
Siamo in una zona di Atene non proprio bella. Fuori dall’albergo l’impatto non è dei migliori. La città è abbastanza sporca, tutta graffitata e piena di mendicanti. La piazza vicino a noi, piazza Omonia, è una colata di cemento non certo ben frequentata. Decidiamo di dirigerci verso Monastiraki passando per Athinas. Lungo il percorso notiamo che i tanti negozi hanno parte dell’esposizione sui marciapiedi. Ci sembra di essere sempre al mercato. Arrivati nel cuore pulsante della città notiamo che è piena di gente. Decidiamo di continuare a passeggiare senza una direzione precisa, giusto per assaporare le prime sensazioni e farci travolgere la ritmo della città. Notiamo subito che molti ragazzi non sono abituati alle grandi folle metropolitane e quasi rimangono ipnotizzati o impauriti da tutto ciò. Altri camminano spediti e non si curano minimamente del gran caos che regna nelle strade. Notiamo subito che il poco che riusciamo a vedere della zona turistica è molto carino, pieno di negozi e di gente che come noi passeggia.



Rientrati in albergo scopriamo con piacere che la cena è a buffet. Noi insegnanti sappiamo bene che una simile notizia per noi significa una cosa sola: salvezza! Nessuno che lascerà i piatti intonsi anche alla terza portata, nessuno che in processione arriverà al nostro tavolo dicendo che la roba da mangiare fa schifo, ecc. Sappiamo con certezza che ognuno di loro troverà almeno una cosa di cui cibarsi. Tiriamo un sospiro di sollievo e con noi anche i ragazzi.

La stanchezza è talmente tanta che decidiamo di andare subito a nanna. Diamo la buonanotte ai ragazzi nelle camere verso le 23, senza però dimenticare il rito dello scotch. Rito che in questa circostanza è fondamentale perché nelle ore precedenti abbiamo realizzato con sgomento che i 12 piani dell’hotel sono abitati per il 90% da scolaresche che arrivano da tutta Europa. O my god!

2° GIORNO
La colazione internazionale a buffet è ricca e abbondante. La sala sembra una grande mensa scolastica. Le lingue si mischiano in una cacofonia di suoni che ci fanno capire una volta di più l’importanza dei viaggi all’estero. 


I ragazzi sono assonnati e non fanno altro che raccontare del baccano nelle altre stanze della notte appena trascorsa, chiaramente ad eccezione del nono piano che con muri e porta insonorizzata hanno tutte dormito sonni tranquilli. Iniziamo ad essere tutti un po’ gelosi!


Alle 9 conosciamo Anastasia, la nostra guida, con cui concordiamo il programma della giornata. Ci tuffiamo nelle strade cittadine per dirigerci verso l’Agorà. Anastasia è gentile, molto preparata e soprattutto non è assillante. Quando visitiamo l’Agorà ci spiega tutto ciò che dobbiamo sapere sui luoghi che stiamo visitando e lo fa sempre con garbo e delicatezza. Ben presto realizziamo che stiamo calpestando i luoghi che furono la culla della nostra civiltà. Ne siamo affascinati.


Il pranzo lo consumiamo in un ristorante caratteristico del centro. Insalata, una sorta di salsiccia con patatine e pita (un pane tipico greco che tanto assomiglia alla nostra spianata). Noi insegnanti abbiamo un piccolo bonus e assaggiamo la Feta, il tipico formaggio di capra e pecora.


Il pomeriggio lo dedichiamo alla visita del Partenone. Lo spettacolo è mozzafiato. Dopo averlo visto centinaia di volte nei libri storia e in fotografia finalmente possiamo ammirarlo e toccarlo dal vivo. L’imponenza di tutto il complesso archeologico, unico al mondo, ci regala un po’ di pace e serenità. Anastasia spiega con dovizia di particolari che il monumento era un tempio dedicato alla Dea Atena, che il nome “Partenone” si riferisce all’epiteto “parthenos” della dea Atena (che indica il suo stato di nubile e vergine), nonché al mito della sua creazione, per partenogenesi, dal capo di Zeus. Infatti all’interno del Partenone si trovava la colossale statua dell’Athena Parthenos in piedi, alta circa dodici metri.


Dopo le foto di rito ci dirigiamo verso il Museo dell’Acropoli ma con nostra grande delusione scopriamo che i musei chiudono sempre alle 16 (follia per un paese che campa di turismo) e i siti archeologici alle 17. Decidiamo allora di dirigerci verso le stradine del centro dopo aver salutato la nostra guida e averle dato appuntamento al mattino successivo.
In centro iniziamo lo shopping. I ragazzi fanno dentro e fuori dai mille negozietti pieni zeppi di souvenir senza dimenticare di assaggiare il gelato che assaporano con piacere. Anche per loro è un momento di svago e di divertimento che apprezzano e riescono a gestire con maturità. Di rientro facciamo una puntatina da H&M e chiaramente non può mancare la tappa obbligata da Starbucks per la gioia dei più, che con i loro smartphone si apprestano a immortalare l’evento subito postato su Instagram.

Di rientro all’hotel facciamo nuovamente tappa nel nostro market di fiducia (ci eravamo già fermati il giorno prima) per acquistare acqua e alimenti di prima necessità (cioccolati, patatine, bibite, ecc.).
La cena è sempre alle 21 e la finiamo abbastanza tardi. Decidiamo di non uscire e di dare un po’ di tempo ai ragazzi per stare in libertà, che tradotto significa andare nelle camere dei compagni con l’impegno di non fare caos. Alle 23.30 siamo tutti a letto perché la mattina dopo abbiamo il pullman alle 9.00.

3° GIORNO
Alle 8.50 in punto Anastasia ci attende nella hall. Noi abbiamo qualche ritardatario che ha dimenticato felpa, giubbotto o chiave della camera. Quando ci siamo tutti procediamo al rito della conta e ci dirigiamo in pullman. Il traffico della città è caotico e ci tiene nella sua morsa per una buona mezz’ora, sino a che non lasciamo il centro abitato per dirigerci a sud verso Capo Sounion.

Il viaggio è piacevole, anche perché il nostro autista guida sempre con prudenza e senza particolari strappi. Le strade greche non sono particolarmente confortevoli, anzi spesso sono mal tenute, ma noi già ci siamo abituati, e la manutenzione scarseggia. Dopo circa un’ora e mezza il Tempio di Poseidone si staglia magnifico all’orizzonte.
La breve camminata che ci separa dal parcheggio al pullman è salutare, perché la brezza marina ci toglie l’intorpidimento del viaggio. Il Tempio di Poseidone è situato in cima a una collina rocciosa, affacciato sul Mar Egeo, con vista sul pittoresco Golfo di Saronico. Lo spettacolo che si apre a chi, durante un viaggio ad Atene, si reca a visitare questo celebre sito archeologico è davvero straordinario, con il mare rilucente al sole che fa da sfondo alle 15 imponenti colonne doriche, una delle quali conserva ancora l'iscrizione autografa lasciata dal celebre poeta inglese Lord Byron, eroe dell'epoca romantica. Tutto questo ci viene narrato da Anastasia con altri mille particolari che impreziosiscono la visita. Dopo circa un’ora ci rifocilliamo al bar. Noi consumiamo un caffè mentre i ragazzi si destreggiano tra granite, patatine e altre prelibatezze.


Rientrati ad Atene ci fiondiamo in un tipico ristorante greco. Il pranzo è sempre buono e i ragazzi in linea di massima mangiano quasi tutti. Quasi tutti perché ci sono i digiunatori e le digiunatrici croniche.

Nel frattempo Anastasia si è messa d’accordo con l’autista che si è offerto di accompagnarci anche nel pomeriggio, nonostante il suo servizio finisse alle 13. Finito il pranzo tutti in pullman, direzione Museo Archeologico Nazionale. L’edificio è imponente e molto bello. L’interno ci offre uno spettacolo unico al mondo su cui spiccano le meravigliose maschere d’oro. Il tempo è tiranno e il museo sta per chiudere. Ci manca da vedere una sezione ma veniamo cacciati via dagli inservienti con cui abbiamo, la guida e io, un alterco abbastanza duro perché non ci consentono neanche i cinque minuti canonici.


Anastasia ha però ancora in serbo qualche asso nella manica. Saliti in pullman iniziamo il giro turistico della città. Hanno diritto di essere menzionati l’intermezzo che le guardie del parlamento fanno mezz’ora prima del cambio della guardia. Una sorta di camminata che sembra un ballo che porta poi all’inversione da una parte all’altra delle guardie e la vista dello Stadio Panathinaikos, dove si celebrarono le prime Olimpiadi dell’era moderna. 


Lasciata Anastasia e Giovanni, il nostro autista, non dopo averli ringraziati con affetto per la disponibilità e averli lasciato una piccola mancia, proseguiamo la nostra visita della città ripercorrendo a piedi alcune strade appena percorse in pullman. Ci fermiamo per qualche foto di fronte alla Biblioteca Nazionale e pian piano ci riportiamo in Piazza Syntagma. Da lì ci dirigiamo verso i nostri abituali punti di riferimento H&M e Starbucks dove i ragazzi fanno incetta di felpe e zuccheri.

Oggi la cena è alle 20 perché vogliamo uscire la sera per cui siamo di ritorno in albergo qualche minuto prima delle otto.

La città di notte è molto illuminata e piena di colore. Le strade sono un po’ meno trafficate e molti negozi sono chiusi. Nelle vie del centro c’è tanta gente che come noi passeggia. Torniamo al Parlamento perché una gita che si rispetti non può perdersi il cambio della guardia. Dopo un vero e proprio tour de force riusciamo ad arrivare contemporaneamente alle guardie che devono dare il cambio ai colleghi. Anche in questo caso, come al pomeriggio, tutto sembra una danza molto coreografica che ha il suo fascino ma che allo stesso tempo è un po’ buffa. Come sono buffi i mutandoni delle guardie e le loro scarpe.

Da lì ci dirigiamo verso Ermou senza non prima aver onorato una promessa, la classica sosta da Mc Donald's, dove molti dei nostri si rimpinzano di patatine e hamburger. Con la pancia piena e il morale alle stelle proseguiamo lungo Ermou, una bella strada piena di negozi, molti dei quali chiusi, e locali. A metà strada ci imbattiamo in un cantante di strada che subito ci aggancia e sotto la sua direzione diamo vita ad un’esilarante spettacolo musicale e di ballo. Tra le risate generali e l’imbarazzo di alcuni che non sono proprio tagliati per il canto e il ballo, abbiamo lasciato qualche moneta al simpatico artista e abbiamo proseguito la passeggiata nelle zone che oramai conosciamo a mena dito. Rientriamo in hotel dove al grido di “tutti a letto”, “scocciamo” le stanze perché c’è bisogno di riposare perché l’indomani la sveglia sarà anticipata e soprattutto i ragazzi non sanno che passerò a filmarli.


4° GIORNO
Alle 6.45 inizio la sveglia con annessa ripresa filmata. I ragazzi forse non se l’aspettano, fatto sta che li colgo quasi tutti impreparati. Entro nelle loro camere e li filmo mentre si svegliano. Qualcuno lo sveglio direttamente io. Le camere, ad eccezione di poche, sono il caos per eccellenza. Qualcuno non ha arieggiato la camera e il profumo che si respira non è dei migliori, ma non sarebbe una gita scolastica se le stanze dei ragazzi fossero profumate.
Consumiamo la colazione abbastanza assonati consci del fatto che durante il lungo viaggio per Micene ci potremo riposare.

La nostra guida con l’autista sono sempre puntualissimi e alle 8.30 in punto siamo diretti verso Micene. Il viaggio è lungo anche perché uscire dalla città di Atene richiede molto tempo a causa dei tanti semafori, come già detto non esistono le rotonde, e del traffico sempre ad alti livelli.
Anastasia ci informa che la prima tappa la faremo a Corinto per ammirare lo stretto che unisce il golfo di Corinto con il mar Egeo. Appena arriviamo ci portiamo subito nel ponte che attraverso lo stretto. La vista è mozzafiato perché, in una passerella sospesa a circa 30 metri dall’acqua, possiamo ammirare un’opera dell’ingegno umano. Lo stretto ha pareti a picco sull’acqua alte circa 26 metri e l’acqua è profonda circa 8 metri.


Il tempo di bere un caffè e andare in bagno e il viaggio prosegue verso Micene, dove arriviamo un’ora dopo.
La Porta dei Leoni è veramente spettacolare, ma tutto il sito archeologico, spiegato con maestria dalla nostra guida, riserva tante piacevoli sorprese, che culminano con la visita alla tomba di Agamennone. Al di fuori della tomba incontriamo gli studenti del liceo classico di Villacidro con i quali ci salutiamo affettuosamente, comprese le due sorelle dei nostri alunni che, carrambata delle carrambate, si incontrano proprio lì. 



Il pranzo lo consumiamo in un ristorante del centro turistico insieme ad altre due scolaresche italiane. Tanta confusione ma anche in questo caso gentilezza a profusione e buon cibo per tutti. Mangiamo la moussaka, preparata con le melanzane, la carne di agnello e il formaggio a strati. Poi servono dell’ottimo arrosto con patate e l’immancabile insalata con le arance del posto. Noi abbiamo qualche piccolo privilegio perché oltre al gradito vinello, ci servono la Feta, la Tzatziki, una crema che si prepara aggiungendo allo yogurt del cetriolo fresco a piccoli pezzettini, l’olio d’oliva e aromi intensi come menta, aneto e aglio e infine le arance tagliate a fette rotonde con cannella e zucchero.

La nostra guida, sempre pronta a sorprenderci, ci propone una capatina a Nafplio, cittadina sul mare che nell’antichità è stata la prima capitale greca. Ci arriviamo dopo 20’ di pullman e subito veniamo indirizzati in una gelateria gestita da Massimo, un italiano trapiantato in Grecia da più di vent’anni, che prepara un ottimo gelato. Mangiamo il gelato passeggiando nella piazzetta principale dove possiamo ammirare la bellezza di questo angolo di paradiso affacciato sullo splendido mare azzurro.


Il rientro in pullman ci dà la possibilità di riposare e di accumulare un po’ di energia perché per noi la giornata non finisce con il rientro in hotel.

Arrivati in hotel verso le 17.30 e salutati Anastasia e Giovanni, ringraziandoli per la loro disponibilità e professionalità, ci diamo mezz’ora di tempo per andare un attimo in bagno e alle 18.30 siamo pronti per l’ultima passeggiata nelle vie del centro. Seguendo il consiglio di Anastasia decidiamo di visitare il quartiere di Psiri che si trova tra il nostro hotel e Monastiraki.

Anche in questo caso veniamo sorpresi dalle mille contraddizioni della città. Le viuzze di Psiri sono piene di bar, negozietti, ristoranti, piccole piazzette, ma soprattutto c’è tanta gente seduta nei locali all’aperto. La temperatura già primaverile di Atene favorisce la vita all’aperto e li si vede tutta. Altre due cose colpiscono la nostra curiosità. La stradina Riga Palamidou, dove ha sede un teatro, che è ricca di murales molto particolari e la visita ad una chiesetta bizantina che al suo interno ci regala un arredo e un allestimento per noi inconsueto.


Raggiungiamo Plaka, l’altro quartiere turistico della città, e assecondiamo tutte le richieste dei ragazzi che nell’ordine sono: shopping, H&M e Sturbacks. Al rientro facciamo la considerazione che oramai ci siamo quasi abituati al caos della città, ai muri tutti pasticciati, alle strade abbastanza sporche, ai tanti barboni che vivono e dormono nei marciapiedi, alle persone che ci chiedono una monetina e ai tanti venditori in strada. Ci dà conforto, però, vedere sempre la polizia in ogni angolo della strada. Il rito vuole che ci si fermi al market di fiducia e non vogliano scontentare gli dei per cui lo compiamo facendo le ultime spese in città.

Consumiamo la cena alle 21 in un clima di gran festa perché insieme a noi c’è una scolaresca di spagnoli che fanno un gran baccano ma soprattutto cantano la canzone di buon compleanno ad una loro compagna. Noi insegnanti ce la prendiamo un po’ comoda per dare tempo ai ragazzi di fare le ultime visite nelle stanze dei compagni ma scoccate le 23 passiamo a dare la buona notte e le indicazioni per il giorno dopo che prevede la sveglia alle 5.

Noi ci rilassiamo mezz’ora al dodicesimo piano sorseggiando una birra e ammirando dalle vetrate la città illuminata e il Partenone che spicca imponente dietro di noi.


4° GIORNO
Alle 5 la sveglia è una realtà. Passiamo per le camere per essere sicuri che tutti siano in piedi. Nei corridoi del terzo c’è un suonare di sveglie che fa sorridere. Qualcuno però non risponde neanche al bussare insistito. Finalmente dietro la porta spunta assonnata la faccia di qualche alunna che non si è ancora resa conto che si deve alzare. Ci diamo appuntamento alle 6.15 nella hall.

Una volta giù riconsegniamo le chiavi elettroniche e in cambio riceviamo un sacchetto con la colazione. All’interno un croissant, fette biscottate, marmellata e succo d’arancia. Rispetto al mattino dove potevi mangiare di tutto è una misera consolazione ma notiamo che molti gradiscono lo stesso.

Il viaggio per l’aeroporto è di circa un’ora. Appena arriviamo troviamo un punto base e diamo la possibilità ai ragazzi di fare colazione. Anche noi ci prendiamo un caffè al volo prima di radunare tutti per il rito del viaggio. Per prima cosa consegniamo i documenti, poi il primo biglietto aereo per Bergamo. Verifichiamo che tutti abbiano appeso al collo il portadocumenti e ci dirigiamo verso i controlli. Anche ad Atene ci controllano a campione per verificare se trasportiamo esplosivo, ma soprattutto stiamo attenti affinché nessuno dimentichi nulla e, soprattutto, non perda i documenti.

Il volo per Bergamo è più lungo dell’andata, due ore e venti minuti, e lo trascorriamo prevalentemente a sonnecchiare.


A Bergamo la prima cosa che facciamo è riprendere i documenti ai ragazzi per poi dirigerci all’Orio Centre, un grande centro commerciale dove trascorriamo le quasi cinque ore che ci separano dal viaggio di ritorno. I ragazzi sono felici perché possono scorrazzare abbastanza liberi e noi siamo tranquilli perché il luogo garantisce condizioni di sicurezza ottimali.



Il volo per Cagliari è breve e quasi non ce ne accorgiamo. Prima di ritirare i bagagli assolviamo ad un altro rito. Raduniamo i ragazzi e ognuno di noi insegnanti fa un breve discorso che in genere è un in bocca al lupo per quello che sarà il loro futuro. Anche quest’anno un pizzico di commozione nel ringraziare questi compagni di viaggio che presto saranno adulti a cui auguriamo sempre la massima felicità.


Ritirati i bagagli, non appena usciamo nell’area arrivi, veniamo accolti da un lungo applauso, mentre i ragazzi si tuffano nelle braccia dei genitori. Mentre filmo rivedo scene riviste tante volte. I genitori commossi che riabbracciano i loro figli e alunni felici per un viaggio che rimarrà nei loro ricordi più belli. Per noi tante strette di mano e moltissimi “grazie” per la degna conclusione di un viaggio da incorniciare.

Ad majora

Carlo Murru



Le classifiche dei ragazzi

Le cose migliori in ordine di scelta
  1. La compagnia
  2. Micene
  3. I panorami
  4. Le parti storiche della città e i monumenti
  5. Il cibo
  6. I Templi
  7. Il Partenone
  8. La parte turistica della città e le passeggiate
  9. L’Acropoli
  10. Atene
  11. Il cambio della guardia
  12. Il Tempio di Poseidone

Le cose peggiori in ordine di scelta
  1. Alcuni episodi spiacevoli in città e in hotel (dovuti alla presenza di altre scolaresche straniere)
  2. La parte degradata della città
  3. La povertà di Atene
  4. I barboni
  5. Il cibo
  6. La città
  7. La sicurezza urbana della città
  8. La perdita del telefono
  9. Lo scarafaggio in camera

05 marzo 2018

Barumini: Laboratorio di ceramica



Nella Bottega del vasaio
Martedì 20 febbraio noi (classe prima) e la classe seconda della Scuola Media
di Barumini siamo andati al centro servizi per un laboratorio.
Arrivati lì ci han
no accolto nelle aule.
Ci hanno spiegato l'origine della ceramica e il suo
utilizzo.
La ceramica veniva usata anche per fare delle "pintadere",
ossia
degli stampi usati per imprimere immagini sul pane.
Ci siamo rimboccati
le maniche e le operatrici ci hanno aiutato a lavorare
l'argilla e
metterla dentro gli stampi.
Dopodiché bisognava pressare negli stampi, poi
bisognava
togliere con il dito l'argilla rimanente. E con quel pezzo che
rimaneva si formava un cilindro e si appoggiava sopra l'argilla posta nello stampo per far uscire la pintadera.
Poi ci hanno dato le pintadere
già fatte da colorare.
Ci siamo divertiti molto.


(Giada Lai e Andrea
Serri - classe prima)


 











Marianna Pinna